Ritratto della Dea Morrigan

Scritto da Istaredis

Il significato del nome “Morrigan” in  irlandese significa “Grande Regina”, dalla parola Mor (grande) e Rion (regina) anche se a questo nome si attribuiscono una miriade di altri significati come quello di “regina fantasma”, “regina delle acque” (il rapporto donna-acqua è archetipico ed è presente in tutte le religioni. Le entità divine femminili sono strettamente legate con acque che purificano, risanano, fertilizzano, ecc, collegate anche alla figura della lavandaia. Come simbolo acquatico viene anche risaltato la figura del serpente: le anguane, antiche divinità delle polle, derivano dalla parola latina anguis che significa serpente), “Dea suprema della guerra”, “regina degli spettri”, “lavandaia al guado” ecc... Morrigan in effetti è un’altro nome assegnato per nominare la Dea Madre. Viene associata con altre Dee come per esempio:

Irlandesi:

Dana o Anu:  madre degli Dei. Il suo nome significa “La Dea” (dia: dea, na: la)

Brigid: figlia del Dagda, nome che significa “l’altissima”. Dea dei fabbri, della poesia e della guarigione, ma anche Dea del fuoco e  della trasformazione (Il fuoco del focolare di Brigid può pertanto essere visto come l’ingresso al mondo ardente e trasformatore all’interno della terra ovvero mondo infero, la fornace/utero della stessa madre terra).

Babd: divinità guerriera il cui nome significa “cornacchia”. Anche chiamata Mab nelle favole popolari.

Macha: importante divinità irlandese, sposa di Lugh. Consorte anche di Nemed,  re del secondo popolo che venne dopo la sconfitta dei fomoriani nelle terre irlandesi (cosa che fa pensare a come ogni popolo nomini la sua divinità e la relazioni direttamente con il capo-tribu, relazionandolo come un re-dio).

Altre:

Hel: Dea della mitologia scandinavo germanica del regno del mondo infero. La parola inglese hell deriva dal suo nome, che significa “luce”. Ma Hel oltre a essere la regina del mondo infero, governa anche quale regina delle fate nella terra di estate, un sorta di Persefone.

Kali: Dea indù creatrice e distruttrice.

Ecate: Dea greca della luna, nota come “la vecchia” o “la madre oscura”.

Diana: Dea Romana della luna  e della caccia. La sua figura è di una seduttrice ma anche rappresenta una figura materna.

Lilith: Dea sumera che presiede la sfera cerebrale-sessuale.

Persefone: Dea greca dell’ade e delle messi.

La relazione della figura di Morrigan con le altre Dee da me elencate le inserirò man mano che continua il mio discorso.

E’ rappresentata nella sua totalità come una triplice Dea insieme alle sue sorelle “Babd e Macha” o rappresentante una triade con insieme “babd, macha, nemain” o inserita se stessa  nella figura della triplice Dea, in un’altra triade “brigid-Diana-Morrigan”. Lei rappresenta un ciclo, o meglio sarebbe dire la metà di  un ciclo. Forma un’unione con la figura della Dea Diana, tanto da essere considerate una stessa ed unica Dea nominata diversamente per le diverse culture. Per me, in realtà Dana e Morrigan formano una dualità.

Se analizziamo superficialmente la ruota dell’anno, troveremo due grandi sabba, i basilari se vogliamo dividere tutto in una dualità: Beltane (inizio della primavera - stagione calda - luce) e Samhain (inizio dell’inverno - stagione fredda - oscurità), bene, Dana e Morrigan s’inseriscono in questo contesto prendendo parte e dominio su uno dei due periodi: Diana governa e presiede il periodo di tempo che va da Beltane a Samhain e Morrigan quello che va da Samhain a Beltane.

È da notare che sia Diana che Morrigan etimologicamente sono nomi che hanno molto in comune, in effetti la radice an si trova sia in uno che nell’altro nome. Perche allora mi soffermo in Morrigan invece che in Diana? Semplice... Diana è considerata la Dea come espressione pura e totale, dalla semplice foglia  al complesso essere vivente umano, e presente e costante dappertutto. È la madre del creato. Morrigan invece è la Dea delle streghe, cioè di coloro che decidono di donare la vita alla ricerca della spiritualità, e dona la capacità della magia a coloro che sono disposti ad impararla dando in cambio la sua totale attenzione, rappresenta il risveglio  a  una nuova dimensione, che precedentemente con Dana veniva inglobata e senza accesso. Morrigan costituirebbe l’aspetto misterico ed iniziatico della strega, non a caso una delle funzioni di Morrigan era rapire i bambini piccoli e portarli nel suo mondo per crescerli in modo che tornassero trasformati in grandi cavalieri, cioè li preparava, cosi come una sacerdotessa inizia al suo discepolo. Una volta entrati in lei, non soltanto conosceremo a “Diana” come già la conoscevamo, ma potremmo entrare dentro di lei ed osservare i misteri anche se non tutti sono preparati per farlo.

Morrigan è una Dea che sceglie e che richiama ai suoi figli. Per questo è rappresentata con l’aspetto calante o oscuro della luna, ovvero la vecchia: Dea dell’arcano (come Hecate per esempio).

La relazione Diana-Morrigan la possiamo confrontare con i suoi rispettivi consorti, sui quali cercherò di non dilungarmi molto per non perdere il filo:

il consorte di Diana: “il re quercia”: Diana è la moglie del re Quercia e con lui si unisce durante Beltane.

Il consorte di Morrigan: “il Dagda”. Sul Dagda mi soffermerò di più perche è molto di più complesso e legato direttamente a Morrigan... L’unione sessuale che Morrigan fa con il Dagda e più importante di quella di Beltane, anche se conosciamo questa festività come dedicata alla fertilità mentre l’altra dedicata al riposo (Secondo l’interpretazione del calendario di Coligny, esistono 4 grandi Sabba con diversi funzioni: Samhain infatti ha ben tre funzioni (la produttrice di Imbolc, la sacerdotale di Beltane e la sovranità di Lughnasaad). La sua non partecipazione era punibile con la perdita della ragione o con la morte).

Nella mitologia celtica succede il contrario, nel senso di che durante Samhain il Dagda e lei si uniscono sessualmente, e s’arricchiscono a vicenda: lui le da la sua forza e lei gli conferisce la vittoria, aiutando il suo popolo a combattere i fomori. Dagda significa “il Dio buono” ed è il padre degli Dei, una specie di Zeus greco. Rappresenta anche  al re della prima dinastia irlandese dell’isola. I suoi strumenti sono la coppa (il calderone) che non si svuota mai (rappresenta l’elemento dell’acqua), la pietra di lir (rappresenta la terra) la clava che dona la vita e la morte, riconducibile alla lancia (Rappresenta l'aria) di Lugh (La lancia di Lugh è così terribile che quando Lugh non la brandisce dev’essere immersa nel calderone del Dagda ricolmo di sangue e velono, in modo da neutralizzarla)  e l’arpa che controlla le stagioni (rappresenta il fuoco). Abbiamo di fronte a noi un Dio complesso e articolato. Ma il Dagda entra anche in relazione con il Dio cornuto noto alla vecchia religione, come Kernunnos, il Dio cervo, consorte della Dea da Samhain a Beltane, e noto come “il re agrifoglio” durante questo periodo.

Ci troviamo a vedere come i diversi nomi corrispondo ai diversi cicli di un’unica figura.  Ovvero:

Il Re si unisce con Morrigan durante Samhain e le dona la sua forza, ovvero muore simbolicamente dopo averla fecondata. In seguito Morrigan lo partorisce a Yule (nella mitologia irlandase Diana è la madre di Dagda), poi cresce (Imbolc) e presenzia la nascita, una volta che l’aspetto materno non le è più indispensabile, di Brigit, la Dea fanciulla e futura moglie. Dopodiché  passa per il periodo della adolescenza e da bambino si trasforma in uomo. Si celebra il suo ritorno (Ostara). Loro si uniscono durante Beltane (già la Dea ha assunto le sembianze di Diana, la madre, donando la sua fertilità alla terra.  A Litha Arriva il punto in cui la fertilità della Dea inizia ad influire tutti gli aspetti della vita e i poteri della natura raggiungono il loro punto più alto, il Dio è completo e ha raggiunto il suo scopo di seminare la vita, lui, il sole, si trova al culmine dei suoi poteri e regna più a lungo eclissando l’oscurità con la sua luce. Prosegue Lughnasadh  (la festa in onore al Dio Lugh, Dio solare) dove il Dio assume le sembianze di Lugh che diventa un guerriero e combatte, il sole è all’apice della sua potenza e viene onorata anche la Dea come Macha. Durante questa festa si onora l’unione della forza solare e quella terrestre, entrambi sono alla pari e si realizza il matrimonio fra Macha e Lugh. Successivamente il Dio inizia ad invecchiare. A Mabon il Dio si prepara a lasciare la Dea ed entrare nel Mondo dell' Al-di-là dove regnerà come Signore delle Ombre. Dopo aver sacrificato la propria essenza vitale alla Madre Terra a Lughnasad, si trova ora alle soglie degli Inferi. Finalmente si unisce a lei nuovamente, a Samhain e muore, impregnando il ventre della Dea della sua essenza per poi rinascere a Yule.

Come possiamo vedere la mitologia irlandese ha una bellissima rappresentazione della ruota dell’anno. L’unione sessuale di Dagda-Morrigan assicura prosperità durante tutto il prossimo anno, assicura la vita dopo la morte, che pero purtroppo deve avvenire, e tutto si spegne con un orgasmo mistico, cosi come tutto ha inizio con uno a Beltane. Si veda la evoluzione della Dea: Morrigan-Brigid-Diana-Macha, mentre il Dio ha soltanto due: Dagda-Lugh (agrifoglio-quercia), tutti inclusi nel complesso e ricco pantheon irlandese.

Il principale animale di Morrigan: il corvo e la sua relazione con la Dea-Uccello:

Morrigan è una Dea che si contraddistingue per poter mutar forma e trasformarsi in diversi animali. Il principale è il corvo. La testimonianza della Dea uccello si riscontra nell’età del bronzo, capace di mediare fra la terra e il cielo. Il corvo al contrario di quello che si pensa non fa morire la gente, mangia  e trasforma  i corpi.

I corvi, nella tradizione del nostro paese, sono simboli di malaugurio o di morte, per gli orientali il corvo è simbolo di amore filiale, di amore familiare e di messaggero divino. Nella Genesi il corvo è simbolo della perspicacia. Per i greci aveva facoltà profetiche, nella religione mitraica lo si considerava capace di scongiurare la cattiva sorte. Secondo Svetonio, è anche simbolo di speranza, poiché ripete sempre cras, cras, cioè: "domani, domani”.

 I corvi si ritrovano presso la religione celtica, anche nella saga di re Artù, come simbolo di saggezza, ma anche di virtù guerriere.

 Le cornacchie sono presenti soprattutto in Irlanda dove la cornacchia - Badb - è uno dei nomi della Dea della guerra che usa questa forma oltre che quella di altri animali per mostrarsi agli avversari. Si ritiene un simbolo positivo della mutevolezza e del cambiare forma, addirittura dello sdoppiarsi e questa sua ultima capacità sembra permetterle di essere senza tempo, sospesa tra passato presente e futuro.

Alchemicamente parlando  il corvo è nero che è il colore dell'inizio, e rappresenta semplicemente l'oscurità di ciò che non si conosce ancora. Proprio per questo, se il corvo appare nei nostri sogni o se compare in circostanze particolari, può soprattutto essere inteso come un segno che una piccola porticina del mondo magico è stata aperta e che siamo pronti per un mutamento verso l'alto. I corvi rappresentano ovviamente i messaggeri della Dea Morrigan.

La Dea-uccello viene anche riscontrata in Francia, nella regina pe d’oca, regina delle fate (Questa regina viene relazionata anche con una leggenda francese  riferita alla santa Meomaye, il cui nome significa “luna nuova”). Anche lo sciamanesimo ha uno stretto rapporto magico con l’oca che sarebbe infatti la cavalcatura degli sciamani. Il potere divino femminile come prima detto era relazionato con l’uccello che congiungeva il cielo con la terra. Questa cosmologia aveva anche una sua componente temporale connessa alla migrazione annuale e alla ruota dell’anno.

Il secondo animale di Morrigan: il cane e la sua relazione con la Morrigan ultraterrena.

La cultura della vecchia Europa rivela l’antichissima origine del legame tra cane, luna nuova, notte nera e Dea. Per tradizione, i cani custodiscono l’ingresso del regno dei morti. Insieme alle varie allusioni all’inferno, si sa che il re di questo reame e un personaggio plutonico, cosa che renderebbe la Dea tutt’uno con Persefone, regina degli inferi. Persefone, come risulta dall’etimo del suo nome, è colei che “splende nel buio”.

Il segugio o cane nero viene anche messo in relazione con la Dea Ecate. Questa Dea, venerata nel vicino oriente è rappresentata dalla luna nera. Nel mondo classico  divenne la signora delle arti magiche: in suo onore si allestivano i banchetti nei crocevia e per questa sua particolare collocazione era anche raffigurata con quattro facce, che in realtà è collegata alle quattro fasi della luna. La sua figura fu prevalentemente legata al regno dei morti. A differenza di Artemide che rappresentava la luce lunare e lo splendore della notte, Ecate rappresentava l’oscurità e i suoi terrori. Si credeva che nelle notti senza luna (luna nuova) lei vagava per la terra con una  branco di cani fantasma che ululavano. É la Dea della stregoneria e dell’arcano e la veneravano specialmente le streghe. Ecate viene anche rappresentata con serpenti intrecciati al collo.

Risalta anche il fatto che nelle sue trasformazioni in animale, durante lo scontro finale con cuculain, la Morrigan si trasforma anche in una lupa.

Morrigan nel medioevo: La Morgana del ciclo arturiano.

Nel ciclo arturiano Morgana è una maga, la grande sacerdotessa dell’isola delle mele (Il simbolismo della mela è direttamente relazionato alla Dea. É il frutto che la rappresenta, principalmente per la stella a cinque punte che si forma con i semi quando viene tagliata trasversalmente) meglio nota come “Avalon”. Morgana viene anche chiamata la Dama del Lago (ricorda il significato di Regina delle acque attribuito a Morrigan). Era la più bella di nove (Numero della Dea) sorelle che vivevano tutte in quell’isola. Il rapporto che ha con Artù è totale: è sia sorella, che amante, che madre del suo figlio e futuro assassino. Tornando un’altra volta alla ruota dell’anno, la si può identificare come sorella con Brigid, amante con Dana e Morrigan (identificando rispettivamente ad Artù con il re quercia ed il re agrifoglio) e come madre con il suo figlio Mordred (Il cui significato è “Dardo degli Elfi”, divenendo un bambino fatato, perchè concepito da una donna sovrannaturale).

Nel diario arturiano di  Caitlin e Jhon Mattews Lancillotto soffre nelle mani di Morgana nella valle di non ritorno, dove deve affrontare prove e nemici nella forma di dragoni e cavalieri spettrali, una parete di fuoco ed un cavaliere gigante con un’ascia. Questo ci ricorda la funzione di Morrigan come allevatrice dei guerrieri e le tre iniziazioni nella Stregoneria (neofita-iniziata-sacerdotessa), senza scordare che Lancillotto fu il più grande cavaliere del regno di Artù. Quando il regno di Artù è in declino e Artù non ha eredi palesi, allora Morgana contatta un terzo, Accolon di Galles, il quale dopo essere divenuto il suo amante, affida la missione di uccidere Artù e succederle al trono, cosi come la Dea richiede ogni anno a samhain la morte del re vecchio per la nascita del re nuovo. A fallire nella missione  e rimanere ucciso, è il figlio di Morgana, Mordred,  che uccide il padre, ma rimane anche ucciso. É da notare che mai Lancillotto prese il potere del regno, essendo il più capace per farlo, e questo è da interpretare col fatto che lui non si unì mai a Morgana, anche se lei lo desiderava, e per questo non era degno di detenere il potere del regno. Ma Morgana non fu mai cattiva ne nemica di Artù, cercò solo di far compiere il ciclo che si doveva compiere e questo lo possiamo vedere alla fine della leggenda dove Morgana stessa trasporta Artù all’isola di Avalon per guarirlo (o resuscitarlo) e si dice che fino ad oggi lui viva eterno in quest’isola. Come vediamo c’è un’altra palese relazione con Morrigan, che scende nel campo di battaglia per prendere le anime dei guerrieri e portarli con lei.

Morrigan guerriera: la vicenda con Cuculain

Cuculain significa “Cane di Cullan”, il dio fabbro, omonimo di Brigid, dea dei fabbri. Si dice che uno dei tanti padri di Cuculain fosse proprio il dio Lugh.

Se cerchiamo su internet, troveremo Morrigan descritta come una divinità guerriera. Essendo anche la guardiana della morte (e qui è chiaramente relazionata con Persefone). Aveva due sorelle che erano Dee guerriere, Babd  e Macha (ma come Macha puo essere una Dea totalmente guerriera se si unisce in matrimonio con Lugh durante Lughnasad? Il matrimonio non ha niente a che vedere con la guerra, se non con la famiglia).

La carta dei tarocchi che la rappresenta è la morte  e la torre (tredicesima e sedicesima) e per tanto è stata relazionata con la confusione, distruzione e in particolar modo con i cambiamenti repentini.  Si dice che presiede le soglie del cambiamento, come la guerra e il conflitto, la vita e la morte.

E una Dea percepita anche come eccessivamente violenta e voracemente sessuale. Morrigan è anche simbolo dell’amore carnale, e anche di certa promiscuità sessuale, ma carente di qualsiasi colpa, giacché gli antichi celti non vedevano il sesso come qualcosa di cui ci si doveva vergognare. L’unione sessuale più famosa è quella che ebbe con Dadga nel fiume, dove lei si sedette sopra di lui (Qui si vede la relazione con la dea sumera Lilith, che nei miti cristiani si presenta come la prima donna che  non volle sottomettersi ad Adamo se non che lo voleva “cavalcare” e per quella fu espulsa dal paradiso).

Si dice che nel campo di battaglia saluti i vincitori e dia una morte orribile ai nemici. Si deve considerare che tutto questo è un profilo raccontato e creato per uomini impauriti di fronte alla sua presenza devastante. Tutta questa teoria si relaziona con un evento nella mitologia di Morrigan, dove s’innamora del guerriero più forte e vuole possederlo: Cuculain.

Morrigan prima lo aiuta a vincere in battaglia (ricordiamo la stessa situazione con Dagda) ma dopo quando lui le deve dare la sua forza, ossia giacere con lei, lui si rifiuta. Allora lei scende in battaglia e si confronta a lui, apparendogli alla fine come la “lavandaia”, altro aspetto di Morrigan, che lavava i vestiti di cuculahin tinti di sangue, segno di morte. Questo classifica Morrigan come astuta e seducente, cosi come vendicativa, quando invece se si va fino in fondo alle cose, vediamo che le sue azioni sono solo sinonimo di giustizia. Infatti la lavandaia mentre lava i vestiti piange, non lo fa con spirito malvagio e vendicativo. Troviamo anche in questo episodio che Morrigan finalmente sconfigge a Cuculain facendogli mangiare carne di cane (Il suo omologo, animale sacro alla Dea e per tanto proibito, immaginoe così lo indebolisce in battaglia. 

La dea tenebra : La lavandaia al guado e la dispensatrice di incubi

Morrigan rappresenta l’iniziazione, rappresentata dalla parte del corpo, dell’intelligenza, del pensiero e della carnalità.

Morrigan è colei che distrugge per poi ricostruire. Nel pantheon gallico Morrigan era la dea che rapiva i bambini e li teneva con se presso un lago, lasciandoli liberi solo quando questi erano diventati cavalieri forti e fieri. In questa vicenda alcuni studiosi hanno voluto vedere un’allegoria dell’iniziazione, che avviene principalmente grazia alla figura della donna.

Nella tradizione feerica la dea tenebra è nota come la lavandaia al guado, uno degli aspetti di Morrigan. E’ lei quella che incontriamo al momento della nostra morte fisica, che lava la nostra anima e la prepara alla rinascita. A coloro che osano affrontarla, la lavandaia ha grandi doni da dispensare, non ultimo quello del valore sovraumano, da lei concesso ad antichi eroi come Cuculain. L’incontro con la dea tenebra, che presiede la nostra iniziazione, è pertanto un incontro con i nostri scarti psichici, con la nostra immondizia. Fronteggiandola, noi ci mettiamo davanti al nostro sé ombra, quello che nella tradizione feerica è noto come il matto oscuro, prima carta dei tarocchi.

La dea tenebra è di importanza fondamentale per la via feerica in quanto dispensatrice di possenti iniziazioni. Morrigan, mascherata da orrenda megerea, guida i cavalieri ad abbracciare la loro tenebra e trasformarla mediante la morte. Nei primi incontri con Morrigan, l’iniziato o colui che si prepara per essere iniziato da lei stessa soffre di incubi.  Questo ubbidisce al principio che se non ci si liberia di tutte le  paure non si potrà iniziare con purezza la sua via.

I mediatori fra Morrigan e gli umani: gli esseri di luce e fate

Gli esseri di luce: i thuata di Danaan o esseri opalescenti

 Gli esseri opalescenti godono dalla posizione di grandi capi e principi fra le tribù di Dana. Vengono visti con minor frequenza degli esseri splendenti e traggono il proprio nutrimento direttamente dall’anima del mondo. Sono dotati di maggiore individualità ma anche di maggiore unità spirituale rispetto ai componenti delle tribù splendenti. Sono molto alti e vivono enormemente più a lungo degli uomini, ma alla fine muoiono e trapassano in nuovi corpi. Si dice che sono capaci di emettere con il respiro altri esseri, fungendo di entità materne. In quanto all’aspetto fisico si racconta che sono di un brillante colore argenteo con una sfumatura di azzurro o di viola pallido. I Thuata di danann sono stati da sempre una razza spirituale  che abita dimensioni energetiche, non fisiche come gli esseri splendenti.

La sua ubicazione è nelle isole settentrionali del mondo, valga a cogliere il significato di terre del nord, domino di Morrigan e della terra, dominio dell’oscurità e della luna, dove erano dediti allo studio delle scienze occulte e della magia, delle arti druidiche e della stregoneria.

Fra i Tuatha di danaan prendono posto gli esseri di luce o “compagni di strada” (coimimeadh) che ci accompagnano lungo la nostra vita guidandoci per il nostro cammino spirituale, sotto dirette istruzioni della Dea. Questo nostro omologo esiste in un corpo di fibre luminose. Abitano in una vita parallela alla nostra. Fungono come un particolare alleato fatato, ed avendo il potere di conoscere il passato, presente e futuro senza tempo, sono capaci di donarci l’illuminazione attraverso la divinazione.

Può capitare di essere consapevoli del nostro compagno di strada più volte durante il giorno e la notte. Amici con capacita medianiche potranno addirittura vedere il nostro compagno di strada, cosicché indicherà una conseguenza naturale di una progressiva crescita spirituale.

Le fate: spiriti elementali o esseri splendenti

Gli esseri splendenti sono ad un livello gerarchico inferiore, una inferiorità che corrisponde alle loro caratteristiche naturali. Si tratta di esseri raccolti in sciami, privi di vita individuale. Questi esseri splendenti si nutrono di qualcosa di simile a fluidi elettrici presenti in natura. Fra questi esseri  appartengono le salamandre, le ondine, le silfi e gli gnomi, cosi come le fate (Nella tradizione fatata la luna nuova è chiamata Luna Sidhe, giacchè è il momento in cui  Morrigan lascia la terra e si reca al paese delle fate, facendoli entrare in contatto con gli umani).

La figura della fata nello studio della mitologia irlandese, celta e galeica trova due filoni interpretativi: il primo vede la fata come le dee del destino, mentre il secondo la vede come una figura femminile soprannaturale, capace di compiere atti magici. Si dice che la parola fata derivi dalla dea fauna, chiamata anche Bona dea, e soprannominata Fatua. Nel mondo latino le fatue erano divinità campestri facilmente sovrapponibili alle ninfe e ai satiri, che come del resto i fauni e i silvani, erano divinità legate al culto della fecondità, e avevano un carattere erotico molto pronunciato. La parola fata può essere anche riconducibile alla parola “Fato” (le dee del destino). Il luogo dove abitavano le fate era collegato alle isole della costa britannica. La più nota di queste isole, che  compaiono e scompaiono all’orizzonte è tir nan og, il luogo nel quale si sono rifugiati i tuatha di Danaan, cioè il popolo della dea Dana, regina delle fate. In particolare le fate amano i luoghi rialzati e le colline. Infatti la parola gaelica che identifica le fate, sidhe, significa espressamente “popolo delle colline”. Anche Avalon è di un isola dove era presente una collina. (riconducibile nell’attualità a Glastonbury, luogo dove fu sepolto il re Artù).

Prendendo in considerazione la Dea Morrigan come Dea della morte e degli inferi e al suo consorte, chiamato anche Cernunnos, il Dio cornuto, non mi sembra il caso di ovviare  i loro rappresentanti più terrestri legati comunque alla mitologia fatata. Questi infatti erano le ninfe, rappresentanti della Dea, e i Satiri, rappresentanti del Dio (Satyroi significa “i pieni”, ed identifica lo stato di eccitazione erotica che li caratterizza).

Costoro potevano essere uomini che personificavano gli antichi dei della vegetazione. Costoro non sempre riuscivano a controllare i loro istinti brutali, infatti, sono molti i miti che trattano di ninfe violentate.

Altre rappresentanti della Dea sono le sirene (metà donne e metà uccello, relazionate anche con la Dea-Ucello rappresentata da Morrigan come dea-corvo), queste sono più relazionate con Persefone, che viene considerata come la loro madre. Alcuni studiosi ritengono che le sirene fossero le compagne della regina degli inferi e che fosse stata proprio costei a mandarle sulla terra. Il compito di queste divinità era, infatti, portare a Persefone coloro che erano destinati a entrare nel regno dei morti e pare che il momento del trapasso potesse essere addolcito dal loro canto e dalla musica (In quanto a Persefone, si veda in questa mitologia greca la sua relazione con Plutone, il re degli inferi, e la relazione di Plutone con Giano, il Dio delle due facce, padre anche dello stesso Zeus, Dio degli Dei. Giano può essere il contenitore dei due principi del re quercia e del re agrifoglio, uno dal volto lucente (in questo caso Lugh) ed uno dal volto oscuro (cioè Dagda).

I nomi delle sirene vengono anche relazionati alla sfera della triplice Dea: Thelxinoe (l’incantatrice) Aglaope (colei che ha una voce meravigliosa) e Pasinoe (la seduttrice), relazionate con i tre aspetti della Dea senza contare con il quarto aspetto nero, carica coperta da Persefone stessa. Relazionandola con il pantheon irlandese troviamo Aglapoe rappresentata da Brigid (Dea dell’arte), Pasinoe relazionata a Diana (la grande madre capace di fecondarsi) e per ultimo Thelxinoe, relazionata appunto con Morrigan, la maga.

Nella mitologia greca le sirene nel loro richiamo dicono a Ulisse che loro possono sapere tutto ciò che avviene in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo della terra e questo le collega direttamente alle figure delle antiche dee oracolari, cosa che probabilmente erano all’origine, essendo anche collegabili agli esseri di luce portatrici della capacità di conoscere il Destino.

Le profezie di Morrigan

Dopo che i Thuata di danaan ebbero sconfitto i fomoriani, una razza demoniaca che abitava l’irlanda, Morrigan fu colei che proclamò la pace e la vittoria per l’Irlanda. Unendosi tutti in coro le domandarono che notizie   portava, lei parlò:

Pace fino al cielo,

il cielo fino alla terra.

La terra fino al cielo,

forza in entrambi.

Una coppa molto piena,

piena di miele;

idromele in abbondanza.

Estate in inverno...

Pace fino al cielo.

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