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Ritratto
della Dea Morrigan
Scritto
da Istaredis
Il
significato del nome “Morrigan” in
irlandese
significa “Grande Regina”, dalla parola Mor
(grande) e Rion (regina) anche
se a questo nome si attribuiscono una miriade di altri significati come
quello
di “regina fantasma”, “regina delle
acque” (il
rapporto donna-acqua è archetipico ed è presente
in tutte le religioni. Le
entità divine femminili sono strettamente legate con acque
che purificano,
risanano, fertilizzano, ecc, collegate anche alla figura della
lavandaia. Come
simbolo acquatico viene anche risaltato la figura del serpente: le
anguane,
antiche divinità delle polle, derivano dalla parola latina
anguis che significa
serpente), “Dea
suprema della guerra”, “regina degli
spettri”, “lavandaia al guado”
ecc... Morrigan in effetti è un’altro nome
assegnato per nominare la Dea
Madre. Viene associata con altre Dee come per esempio:
Irlandesi:
Dana
o Anu: madre degli
Dei. Il suo nome significa
“La Dea” (dia: dea, na: la)
Brigid:
figlia del Dagda, nome che significa
“l’altissima”. Dea dei fabbri, della
poesia e della guarigione, ma anche Dea del fuoco e
della trasformazione (Il
fuoco del focolare di Brigid può pertanto essere visto come
l’ingresso al
mondo ardente e trasformatore all’interno della terra ovvero
mondo infero, la
fornace/utero della stessa madre terra).
Babd:
divinità guerriera il cui nome significa
“cornacchia”. Anche chiamata Mab
nelle favole popolari.
Macha:
importante divinità irlandese, sposa di Lugh. Consorte anche
di Nemed, re del
secondo popolo che venne dopo la
sconfitta dei fomoriani nelle
terre irlandesi (cosa
che fa pensare a come ogni popolo nomini la sua divinità e
la relazioni
direttamente con il capo-tribu, relazionandolo come un re-dio).
Altre:
Hel:
Dea della mitologia scandinavo germanica del regno del mondo infero. La
parola
inglese hell deriva dal suo nome, che significa
“luce”. Ma Hel oltre a
essere la regina del mondo infero, governa anche quale regina delle
fate nella
terra di estate, un sorta di Persefone.
Kali:
Dea indù creatrice e distruttrice.
Ecate:
Dea greca della luna, nota come “la vecchia” o
“la madre oscura”.
Diana:
Dea Romana della luna e
della
caccia. La sua figura è di una seduttrice ma anche
rappresenta una figura
materna.
Lilith:
Dea sumera che presiede la sfera cerebrale-sessuale.
Persefone:
Dea greca dell’ade e delle messi.
La
relazione della figura di Morrigan con le altre Dee da me elencate le
inserirò
man mano che continua il mio discorso.
E’
rappresentata nella sua totalità come una triplice Dea
insieme alle sue sorelle
“Babd e Macha” o rappresentante una triade con
insieme “babd, macha,
nemain” o inserita se stessa
nella
figura della triplice Dea, in un’altra triade
“brigid-Diana-Morrigan”. Lei
rappresenta un ciclo, o meglio sarebbe dire la metà di un ciclo. Forma
un’unione con la
figura della Dea Diana, tanto da essere
considerate una stessa ed unica Dea nominata diversamente per le
diverse
culture. Per me, in realtà Dana e Morrigan formano una
dualità.
Se
analizziamo superficialmente la ruota dell’anno, troveremo
due grandi sabba, i
basilari se vogliamo dividere tutto in una dualità: Beltane
(inizio della
primavera - stagione calda - luce) e Samhain (inizio
dell’inverno - stagione
fredda - oscurità), bene, Dana e Morrigan
s’inseriscono in questo contesto
prendendo parte e dominio su uno dei due periodi: Diana governa e
presiede il
periodo di tempo che va da Beltane a Samhain e Morrigan quello che va
da Samhain
a Beltane.
È
da notare che sia Diana che Morrigan etimologicamente sono nomi che
hanno molto
in comune, in effetti la radice an si trova sia in uno che
nell’altro nome.
Perche allora mi soffermo in Morrigan invece che in Diana? Semplice...
Diana è
considerata la Dea come espressione pura e totale, dalla semplice foglia al complesso essere
vivente umano, e presente e costante
dappertutto. È la madre del creato. Morrigan invece
è la Dea delle streghe,
cioè di coloro che decidono di donare la vita alla ricerca
della spiritualità,
e dona la capacità della magia a coloro che sono disposti ad
impararla dando in
cambio la sua totale attenzione, rappresenta il risveglio a
una
nuova dimensione, che
precedentemente con Dana veniva inglobata e senza accesso. Morrigan
costituirebbe l’aspetto misterico ed iniziatico della strega,
non a caso una
delle funzioni di Morrigan era rapire i bambini piccoli e portarli nel
suo mondo
per crescerli in modo che tornassero trasformati in grandi cavalieri,
cioè li
preparava, cosi come una sacerdotessa inizia al suo discepolo. Una
volta entrati
in lei, non soltanto conosceremo a “Diana” come
già la conoscevamo, ma
potremmo entrare dentro di lei ed osservare i misteri anche se non
tutti sono
preparati per farlo.
Morrigan
è una Dea che sceglie e che richiama ai suoi figli. Per
questo è rappresentata
con l’aspetto calante o oscuro della luna, ovvero la vecchia:
Dea
dell’arcano (come Hecate per esempio).
La
relazione Diana-Morrigan la possiamo confrontare con i suoi rispettivi
consorti,
sui quali cercherò di non dilungarmi molto per non perdere
il filo:
il
consorte di Diana: “il re quercia”: Diana
è la moglie del re Quercia e con
lui si unisce durante Beltane.
Il
consorte di Morrigan: “il Dagda”. Sul Dagda mi
soffermerò di più perche è
molto di più complesso e legato direttamente a Morrigan...
L’unione sessuale
che Morrigan fa con il Dagda e più importante di quella di
Beltane, anche se
conosciamo questa festività come dedicata alla
fertilità mentre l’altra
dedicata al riposo (Secondo
l’interpretazione del calendario di Coligny, esistono 4
grandi Sabba con
diversi funzioni: Samhain infatti ha ben tre funzioni (la produttrice
di Imbolc,
la sacerdotale di Beltane e la sovranità di Lughnasaad). La
sua non
partecipazione era punibile con la perdita della ragione o con la morte).
Nella
mitologia celtica succede il contrario, nel senso di che durante
Samhain il
Dagda e lei si uniscono sessualmente, e s’arricchiscono a
vicenda: lui le da
la sua forza e lei gli conferisce la vittoria, aiutando il suo popolo a
combattere i fomori. Dagda significa “il Dio buono”
ed è il padre degli
Dei, una specie di Zeus greco. Rappresenta anche
al re della prima dinastia irlandese
dell’isola. I suoi strumenti sono
la coppa (il calderone) che non si svuota mai (rappresenta
l’elemento
dell’acqua), la pietra di lir (rappresenta la terra) la clava
che dona la vita
e la morte, riconducibile alla lancia (Rappresenta l'aria)
di Lugh (La
lancia di Lugh è così terribile che quando Lugh
non la brandisce dev’essere
immersa nel calderone del Dagda ricolmo di sangue e velono, in modo da
neutralizzarla) e
l’arpa che controlla le stagioni (rappresenta il fuoco).
Abbiamo di fronte a
noi un Dio complesso e articolato. Ma il Dagda entra anche in relazione
con il
Dio cornuto noto alla vecchia religione, come Kernunnos, il Dio cervo,
consorte
della Dea da Samhain a Beltane, e noto come “il re
agrifoglio” durante
questo periodo.
Ci
troviamo a vedere come i diversi nomi corrispondo ai diversi cicli di
un’unica
figura. Ovvero:
Il
Re si unisce con Morrigan durante Samhain
e le dona la sua forza, ovvero muore simbolicamente dopo averla
fecondata. In
seguito Morrigan lo partorisce a Yule
(nella mitologia irlandase Diana è la madre di Dagda), poi
cresce (Imbolc) e presenzia la
nascita, una volta che l’aspetto materno
non le è più indispensabile, di Brigit, la Dea
fanciulla e futura moglie.
Dopodiché passa
per il periodo
della adolescenza e da bambino si trasforma in uomo. Si celebra il suo
ritorno (Ostara).
Loro si uniscono durante Beltane
(già
la Dea ha assunto le sembianze di Diana, la madre, donando la sua
fertilità alla
terra. A Litha
Arriva il punto in cui la fertilità della Dea inizia ad
influire tutti gli
aspetti della vita e i poteri della natura raggiungono il loro punto
più alto,
il Dio è completo e ha raggiunto il suo scopo di seminare la
vita, lui, il
sole, si trova al culmine dei suoi poteri e regna più a
lungo eclissando
l’oscurità con la sua luce. Prosegue Lughnasadh
(la festa in onore al Dio Lugh, Dio solare)
dove il Dio assume le
sembianze di Lugh che diventa un guerriero e combatte, il sole
è all’apice
della sua potenza e viene onorata anche la Dea come Macha. Durante
questa festa
si onora l’unione della forza solare e quella terrestre,
entrambi sono alla
pari e si realizza il matrimonio fra Macha e Lugh. Successivamente il
Dio inizia
ad invecchiare. A Mabon
il
Dio si prepara a lasciare la Dea ed entrare nel Mondo dell'
Al-di-là dove
regnerà come Signore delle Ombre. Dopo aver sacrificato la
propria essenza
vitale alla Madre Terra a Lughnasad, si trova ora alle soglie degli
Inferi.
Finalmente si unisce a lei nuovamente, a Samhain e muore, impregnando
il ventre
della Dea della sua essenza per poi rinascere a Yule.
Come
possiamo vedere la mitologia irlandese ha una bellissima
rappresentazione della
ruota dell’anno. L’unione sessuale di
Dagda-Morrigan assicura prosperità
durante tutto il prossimo anno, assicura la vita dopo la morte, che
pero
purtroppo deve avvenire, e tutto si spegne con un orgasmo mistico, cosi
come
tutto ha inizio con uno a Beltane. Si veda la evoluzione della Dea:
Morrigan-Brigid-Diana-Macha, mentre il Dio ha soltanto due: Dagda-Lugh
(agrifoglio-quercia), tutti inclusi nel complesso e ricco pantheon
irlandese.
Il
principale animale di Morrigan: il corvo e la sua relazione con la
Dea-Uccello:
Morrigan
è una Dea che si contraddistingue per poter mutar forma e
trasformarsi in
diversi animali. Il principale è il corvo. La testimonianza
della Dea uccello
si riscontra nell’età del bronzo, capace di
mediare fra la terra e il cielo.
Il corvo al contrario di quello che si pensa non fa morire la gente,
mangia e trasforma i corpi.
I
corvi, nella tradizione del nostro paese, sono simboli di malaugurio o
di morte,
per gli orientali il corvo è simbolo di amore filiale, di
amore familiare e di
messaggero divino. Nella Genesi il corvo è simbolo della
perspicacia. Per i
greci aveva facoltà profetiche, nella religione mitraica lo
si considerava
capace di scongiurare la cattiva sorte. Secondo Svetonio, è
anche simbolo di
speranza, poiché ripete sempre cras, cras, cioè:
"domani, domani”.
I
corvi si ritrovano presso la religione celtica, anche nella saga di re
Artù,
come simbolo di saggezza, ma anche di virtù guerriere.
Le
cornacchie sono presenti soprattutto in Irlanda dove la cornacchia -
Badb - è
uno dei nomi della Dea della guerra che usa questa forma oltre che
quella di
altri animali per mostrarsi agli avversari. Si ritiene un simbolo
positivo della
mutevolezza e del cambiare forma, addirittura dello sdoppiarsi e questa
sua
ultima capacità sembra permetterle di essere senza tempo,
sospesa tra passato
presente e futuro.
Alchemicamente
parlando il corvo
è nero che è il
colore dell'inizio, e rappresenta semplicemente l'oscurità
di ciò che non si
conosce ancora. Proprio per questo, se il corvo appare nei nostri sogni
o se
compare in circostanze particolari, può soprattutto essere
inteso come un segno
che una piccola porticina del mondo magico è stata aperta e
che siamo pronti
per un mutamento verso l'alto. I corvi rappresentano ovviamente i
messaggeri
della Dea Morrigan.
La
Dea-uccello viene anche riscontrata in Francia, nella regina pe
d’oca, regina
delle fate (Questa regina viene relazionata anche con una leggenda
francese riferita
alla santa Meomaye, il cui nome
significa “luna nuova”).
Anche lo sciamanesimo ha uno stretto rapporto magico con
l’oca che sarebbe
infatti la cavalcatura degli sciamani. Il potere divino femminile come
prima
detto era relazionato con l’uccello che congiungeva il cielo
con la terra.
Questa cosmologia aveva anche una sua componente temporale connessa
alla
migrazione annuale e alla ruota dell’anno.
Il
secondo animale di Morrigan:
il cane e la sua relazione con la Morrigan ultraterrena.
La
cultura della vecchia Europa rivela l’antichissima origine
del legame tra
cane, luna nuova, notte nera e Dea. Per tradizione, i cani custodiscono
l’ingresso del regno dei morti. Insieme alle varie allusioni
all’inferno, si
sa che il re di questo reame e un personaggio plutonico, cosa che
renderebbe la
Dea tutt’uno con Persefone, regina degli inferi. Persefone,
come risulta
dall’etimo del suo nome, è colei che
“splende nel buio”.
Il
segugio o cane nero viene anche messo in relazione con la Dea Ecate.
Questa Dea,
venerata nel vicino oriente è rappresentata dalla luna nera.
Nel mondo classico divenne
la signora delle arti magiche: in suo
onore si allestivano i
banchetti nei crocevia e per questa sua particolare collocazione era
anche
raffigurata con quattro facce, che in realtà è
collegata alle quattro fasi
della luna. La sua figura fu prevalentemente legata al regno dei morti.
A
differenza di Artemide che rappresentava la luce lunare e lo splendore
della
notte, Ecate rappresentava l’oscurità e i suoi
terrori. Si credeva che nelle
notti senza luna (luna nuova) lei vagava per la terra con una branco di cani fantasma
che ululavano. É la
Dea della stregoneria e dell’arcano e la veneravano
specialmente le streghe.
Ecate viene anche rappresentata con serpenti intrecciati al collo.
Risalta
anche il fatto che nelle sue trasformazioni in animale, durante lo
scontro
finale con cuculain, la Morrigan si trasforma anche in una lupa.
Morrigan
nel medioevo: La Morgana del ciclo arturiano.
Nel
ciclo arturiano Morgana è una maga, la grande sacerdotessa
dell’isola delle
mele (Il simbolismo della mela
è direttamente relazionato alla Dea. É il frutto
che
la rappresenta, principalmente per la stella a cinque punte che si
forma con i
semi quando viene tagliata trasversalmente) meglio nota come
“Avalon”.
Morgana viene anche chiamata la Dama del Lago (ricorda il significato
di Regina
delle acque attribuito a Morrigan). Era la più bella di nove
(Numero
della Dea) sorelle
che vivevano tutte in quell’isola. Il rapporto che ha con
Artù è totale: è
sia sorella, che amante, che madre del suo figlio e futuro assassino.
Tornando
un’altra volta alla ruota dell’anno, la si
può identificare come sorella
con Brigid, amante con Dana e Morrigan (identificando rispettivamente
ad Artù
con il re quercia ed il re agrifoglio) e come madre con il suo figlio
Mordred
(Il cui significato è
“Dardo degli Elfi”, divenendo un
bambino fatato, perchè concepito da una donna
sovrannaturale).
Nel
diario arturiano di Caitlin
e Jhon
Mattews Lancillotto soffre nelle mani di Morgana nella valle di non
ritorno,
dove deve affrontare prove e nemici nella forma di dragoni e cavalieri
spettrali, una parete di fuoco ed un cavaliere gigante con
un’ascia. Questo ci
ricorda la funzione di Morrigan come allevatrice dei guerrieri e le tre
iniziazioni nella Stregoneria (neofita-iniziata-sacerdotessa), senza
scordare
che Lancillotto fu il più grande cavaliere del regno di
Artù. Quando il regno
di Artù è in declino e Artù non ha
eredi palesi, allora Morgana contatta un
terzo, Accolon di Galles, il quale dopo essere divenuto il suo amante,
affida la
missione di uccidere Artù e succederle al trono, cosi come
la Dea richiede ogni
anno a samhain la morte del re vecchio per la nascita del re nuovo. A
fallire
nella missione e
rimanere ucciso,
è il figlio di Morgana, Mordred,
che
uccide il padre, ma rimane anche ucciso. É
da notare che mai Lancillotto prese il potere del regno, essendo il
più capace
per farlo, e questo è da interpretare col fatto che lui non
si unì mai a
Morgana, anche se lei lo desiderava, e per questo non era degno di
detenere il
potere del regno. Ma Morgana non fu mai cattiva ne nemica di
Artù, cercò solo
di far compiere il ciclo che si doveva compiere e questo lo possiamo
vedere alla
fine della leggenda dove Morgana stessa trasporta Artù
all’isola di Avalon
per guarirlo (o resuscitarlo) e si dice che fino ad oggi lui viva
eterno in
quest’isola. Come vediamo c’è
un’altra palese relazione con Morrigan, che
scende nel campo di battaglia per prendere le anime dei guerrieri e
portarli con
lei.
Morrigan
guerriera: la vicenda con Cuculain
Cuculain significa
“Cane di Cullan”, il dio fabbro, omonimo di Brigid,
dea dei fabbri. Si dice
che uno dei tanti padri di Cuculain fosse proprio il dio Lugh.
Se
cerchiamo su internet, troveremo Morrigan descritta come una
divinità
guerriera. Essendo anche la guardiana della morte (e qui è
chiaramente
relazionata con Persefone). Aveva due sorelle che erano Dee guerriere,
Babd e Macha (ma come
Macha puo essere una
Dea totalmente guerriera se si unisce in matrimonio con Lugh durante
Lughnasad?
Il matrimonio non ha niente a che vedere con la guerra, se non con la
famiglia).
La
carta dei tarocchi che la rappresenta è la morte e la torre (tredicesima e
sedicesima) e per
tanto è stata relazionata
con la confusione, distruzione e in particolar modo con i cambiamenti
repentini. Si dice
che presiede le soglie del
cambiamento, come la guerra e il
conflitto, la vita e la morte.
E
una Dea percepita anche come eccessivamente violenta e voracemente
sessuale.
Morrigan è anche simbolo dell’amore carnale, e
anche di certa promiscuità
sessuale, ma carente di qualsiasi colpa, giacché gli antichi
celti non vedevano
il sesso come qualcosa di cui ci si doveva vergognare.
L’unione sessuale più
famosa è quella che ebbe con Dadga nel fiume, dove lei si
sedette sopra di lui
(Qui si vede la relazione con la dea sumera
Lilith, che nei miti cristiani si presenta come la prima donna che non volle sottomettersi ad
Adamo se non che lo
voleva “cavalcare” e
per quella fu espulsa dal paradiso).
Si
dice che nel campo di battaglia saluti i vincitori e dia una morte
orribile ai
nemici. Si deve considerare che tutto questo è un profilo
raccontato e creato
per uomini impauriti di fronte alla sua presenza devastante. Tutta
questa teoria
si relaziona con un evento nella mitologia di Morrigan, dove
s’innamora del
guerriero più forte e vuole possederlo: Cuculain.
Morrigan
prima lo aiuta a vincere in battaglia (ricordiamo la stessa situazione
con Dagda)
ma dopo quando lui le deve dare la sua forza, ossia giacere con lei,
lui si
rifiuta. Allora lei scende in battaglia e si confronta a lui,
apparendogli alla
fine come la “lavandaia”, altro aspetto di
Morrigan, che lavava i vestiti di
cuculahin tinti di sangue, segno di morte. Questo classifica Morrigan
come
astuta e seducente, cosi come vendicativa, quando invece se si va fino
in fondo
alle cose, vediamo che le sue azioni sono solo sinonimo di giustizia.
Infatti la
lavandaia mentre lava i vestiti piange, non lo fa con spirito malvagio
e
vendicativo. Troviamo anche in questo episodio che Morrigan finalmente
sconfigge
a Cuculain facendogli mangiare carne di cane (Il
suo omologo, animale sacro alla Dea e per tanto proibito, immagino) e
così lo indebolisce in battaglia.
La
dea tenebra : La lavandaia al guado e la dispensatrice di incubi
Morrigan
rappresenta l’iniziazione, rappresentata dalla parte del
corpo,
dell’intelligenza, del pensiero e della carnalità.
Morrigan
è colei che distrugge per poi ricostruire. Nel pantheon
gallico Morrigan era la
dea che rapiva i bambini e li teneva con se presso un lago, lasciandoli
liberi
solo quando questi erano diventati cavalieri forti e fieri. In questa
vicenda
alcuni studiosi hanno voluto vedere un’allegoria
dell’iniziazione, che
avviene principalmente grazia alla figura della donna.
Nella
tradizione feerica la dea tenebra è nota come la lavandaia
al guado, uno degli
aspetti di Morrigan. E’ lei quella che incontriamo al momento
della nostra
morte fisica, che lava la nostra anima e la prepara alla rinascita. A
coloro che
osano affrontarla, la lavandaia ha grandi doni da dispensare, non
ultimo quello
del valore sovraumano, da lei concesso ad antichi eroi come Cuculain.
L’incontro con la dea tenebra, che presiede la nostra
iniziazione, è pertanto
un incontro con i nostri scarti psichici, con la nostra immondizia.
Fronteggiandola, noi ci mettiamo davanti al nostro sé ombra,
quello che nella
tradizione feerica è noto come il matto oscuro, prima carta
dei tarocchi.
La
dea tenebra è di importanza fondamentale per la via feerica
in quanto
dispensatrice di possenti iniziazioni. Morrigan,
mascherata da orrenda megerea, guida i cavalieri ad abbracciare la loro
tenebra
e trasformarla mediante la morte. Nei primi incontri con Morrigan,
l’iniziato
o colui che si prepara per essere iniziato da lei stessa soffre di
incubi. Questo
ubbidisce al principio che se non ci si
liberia di tutte le paure
non si potrà iniziare con
purezza la sua via.
I
mediatori fra Morrigan e gli umani: gli esseri di luce e fate
Gli
esseri di luce: i thuata di Danaan o esseri opalescenti
Gli
esseri opalescenti godono dalla posizione di grandi capi e principi fra
le tribù
di Dana. Vengono visti con minor frequenza degli esseri splendenti e
traggono il
proprio nutrimento direttamente dall’anima del mondo. Sono
dotati di maggiore
individualità ma anche di maggiore unità
spirituale rispetto ai componenti
delle tribù splendenti. Sono molto alti e vivono enormemente
più a lungo degli
uomini, ma alla fine muoiono e trapassano in nuovi corpi. Si dice che
sono
capaci di emettere con il respiro altri esseri, fungendo di
entità materne. In
quanto all’aspetto fisico si racconta che sono di un
brillante colore argenteo
con una sfumatura di azzurro o di viola pallido. I Thuata di danann
sono stati
da sempre una razza spirituale che
abita dimensioni energetiche, non fisiche come gli esseri splendenti.
La
sua ubicazione è nelle isole settentrionali del mondo, valga
a cogliere il
significato di terre del nord, domino di Morrigan e della terra,
dominio
dell’oscurità e della luna, dove erano dediti allo
studio delle scienze
occulte e della magia, delle arti druidiche e della stregoneria.
Fra
i Tuatha di danaan prendono posto gli esseri di luce o
“compagni di strada”
(coimimeadh) che ci accompagnano lungo la nostra vita guidandoci per il
nostro
cammino spirituale, sotto dirette istruzioni della Dea. Questo nostro
omologo
esiste in un corpo di fibre luminose. Abitano in una vita parallela
alla nostra.
Fungono come un particolare alleato fatato, ed avendo il potere di
conoscere il
passato, presente e futuro senza tempo, sono capaci di donarci
l’illuminazione
attraverso la divinazione.
Può
capitare di essere consapevoli del nostro compagno di strada
più volte durante
il giorno e la notte. Amici con capacita medianiche potranno
addirittura vedere
il nostro compagno di strada, cosicché indicherà
una conseguenza naturale di
una progressiva crescita spirituale.
Le
fate: spiriti elementali o esseri splendenti
Gli
esseri splendenti sono ad un livello gerarchico inferiore, una
inferiorità che
corrisponde alle loro caratteristiche naturali. Si tratta di esseri
raccolti in
sciami, privi di vita individuale. Questi esseri splendenti si nutrono
di
qualcosa di simile a fluidi elettrici presenti in natura. Fra questi
esseri appartengono
le salamandre, le ondine, le
silfi e gli gnomi, cosi come le
fate (Nella tradizione fatata la luna nuova è chiamata Luna
Sidhe, giacchè è
il momento in cui Morrigan
lascia
la terra e si reca al paese delle fate, facendoli entrare in contatto
con gli
umani).
La
figura della fata nello studio della mitologia irlandese, celta e
galeica trova
due filoni interpretativi: il primo vede la fata come le dee del
destino, mentre
il secondo la vede come una figura femminile soprannaturale, capace di
compiere
atti magici. Si dice che la parola fata derivi dalla dea fauna,
chiamata anche
Bona dea, e soprannominata Fatua. Nel mondo latino le fatue erano
divinità
campestri facilmente sovrapponibili alle ninfe e ai satiri, che come
del resto i
fauni e i silvani, erano divinità legate al culto della
fecondità, e avevano
un carattere erotico molto pronunciato. La parola fata può
essere anche
riconducibile alla parola “Fato” (le dee del
destino). Il luogo dove
abitavano le fate era collegato alle isole della costa britannica. La
più nota
di queste isole, che compaiono
e
scompaiono all’orizzonte è tir nan og, il luogo
nel quale si sono rifugiati i
tuatha di Danaan, cioè il popolo della dea Dana, regina
delle fate. In
particolare le fate amano i luoghi rialzati e le colline. Infatti la
parola
gaelica che identifica le fate, sidhe, significa espressamente
“popolo delle
colline”. Anche Avalon è di un isola dove era
presente una collina.
(riconducibile nell’attualità a Glastonbury, luogo
dove fu sepolto il re
Artù).
Prendendo
in considerazione la Dea Morrigan come Dea della morte e degli inferi e
al suo
consorte, chiamato anche Cernunnos, il Dio cornuto, non mi sembra il
caso di
ovviare i loro
rappresentanti più
terrestri legati comunque alla mitologia fatata. Questi infatti erano
le ninfe,
rappresentanti della Dea, e i Satiri, rappresentanti del Dio (Satyroi
significa
“i pieni”, ed identifica lo stato di eccitazione
erotica che li
caratterizza).
Costoro
potevano essere uomini che personificavano gli antichi dei della
vegetazione.
Costoro non sempre riuscivano a controllare i loro istinti brutali,
infatti,
sono molti i miti che trattano di ninfe violentate.
Altre
rappresentanti della Dea sono le sirene (metà donne e
metà uccello,
relazionate anche con la Dea-Ucello rappresentata da Morrigan come
dea-corvo),
queste sono più relazionate con Persefone, che viene
considerata come la loro
madre. Alcuni studiosi ritengono che le sirene fossero le compagne
della regina
degli inferi e che fosse stata proprio costei a mandarle sulla terra.
Il compito
di queste divinità era, infatti, portare a Persefone coloro
che erano destinati
a entrare nel regno dei morti e pare che il momento del trapasso
potesse essere
addolcito dal loro canto e dalla musica (In quanto a Persefone, si veda
in
questa mitologia greca la sua relazione con Plutone, il re degli
inferi, e la
relazione di Plutone con Giano, il Dio delle due facce, padre anche
dello stesso
Zeus, Dio degli Dei. Giano può essere il contenitore dei due
principi del re
quercia e del re agrifoglio, uno dal volto lucente (in questo caso
Lugh) ed uno
dal volto oscuro (cioè Dagda).
I nomi delle sirene vengono anche relazionati alla
sfera della triplice Dea: Thelxinoe (l’incantatrice) Aglaope
(colei che ha una voce meravigliosa) e Pasinoe (la seduttrice),
relazionate con i tre aspetti della Dea senza contare con il quarto
aspetto nero, carica coperta da Persefone stessa. Relazionandola con il
pantheon irlandese troviamo Aglapoe rappresentata da Brigid (Dea
dell’arte), Pasinoe relazionata a Diana (la grande madre
capace di fecondarsi) e per ultimo Thelxinoe, relazionata appunto con
Morrigan, la maga.
Nella
mitologia greca le sirene nel loro richiamo dicono a Ulisse che loro
possono sapere tutto ciò che avviene in qualsiasi momento e
in qualsiasi luogo della terra e questo le collega direttamente alle
figure delle antiche dee oracolari, cosa che probabilmente erano
all’origine, essendo anche collegabili agli esseri di luce
portatrici della capacità di conoscere il Destino.
Le profezie di Morrigan
Dopo che i Thuata di danaan ebbero sconfitto i
fomoriani, una razza demoniaca che abitava l’irlanda,
Morrigan fu colei che proclamò la pace e la vittoria per
l’Irlanda. Unendosi tutti in coro le domandarono che notizie portava, lei
parlò:
Pace fino al cielo,
il cielo fino alla terra.
La terra fino al cielo,
forza in entrambi.
Una coppa molto piena,
piena di miele;
idromele in abbondanza.
Estate in inverno...
Pace fino al cielo.
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